Racconti di creta: dentro lo studio di Qiu Laoshi

Posted by Lorenzo Barbieri on

Lo studio di ogni artista è per lui tempio e sorgente di ispirazione. Il modo in cui posiziona ogni singolo oggetto che ha creato, le pagine dei libri che arredano la sua mente e il suo spazio creativo, l'attenzione che riserva al fuoco del forno, la stessa di un padre alle prese con un neonato distratto, sono tutti piccoli dettagli che raccontano la vera natura delle sue creazioni. Per Qiu Laoshi, lo studio è casa, letteralmente. Il calore del fuoco prodotto dai forni a gas (气窑 qì yáo) e a legna (柴窑 chái yáo) si mescola con il profumo delle pietanze che la sua famiglia cucina in una stanza adiacente, il tutto avvolto dalle onde smeraldine della foresta pluviale.

Dai teaware artist studio in Yunnan
Lo studio di Qiu Laoshi è una residenza vivace che si fa laboratorio creativo, riparato dalle foreste selvatiche di Xishuangbanna, Prefettura Autonoma Dai, nella provincia dello Yunnan.

Un focolare per la mente creativa

Un'arte che trascende il suo veicolo materiale, la ceramica Dai è espressione ultima della natura dello Yunnan. Quest'ultima è inoltre tema ricorrente nella cultura tutta della minoranza Dai, e quindi nell'arte di Qiu Laoshi. Le trame intessute nei vestiti tradizionali Dai, e i colori che le tingono, sono tutti ispirati o derivati dalla natura.
Non solo oggetti pensati per il tè, quindi, ma anche piatti e ciotole sono realizzati con la stessa semplicità e minuzia che viene richiesta per le tazzine e teiere più delicate; così ogni singolo gesto, da mangiare a bere tè, è riportato alla natura. E tutti questi sforzi alla fine ripagano: il cibo sembra ancora più saporito, e ogni sorso di tè più fragrante.

Ogni oggetto di teaware possiede un'unicità intrinseca, che non deriva solo dalla sua completa artigianalità, ma dalla costante diversità della terra con cui è modellato, e dello smalto che gli dona luce: entrando nello studio di Qiu Laoshi, molteplici sfumature di bianco, viola, grigio, verde, nero, rosso, e tante altre tonalità che i nostri occhi stupiti e distratti non riescono bene a distinguere, si aprono alla vista come arcobaleni variegati, riuscendo ogni volta a infonderci una rinnovata meraviglia. I pochi centimetri di muro e pavimento che non sono ancora sommersi di ceramiche - opere d'arte finemente realizzate dal maestro, tentativi ispirati e attenti del suo apprendista (sempre e solo uno alla volta), e pezzi imperfetti in attesa di esprimere il loro pieno potenziale - sono tappezzati con splendidi ritratti etnici (un ricordo del passato da pittore di Qiu Laoshi), fiori (ennesimo indizio dell'ubiquità della natura), e libri.

Qiu Laoshi Dai teaware artist studio
Uno sguardo dentro lo studio di Qiu Laoshi: le sue creazioni sono sparse per tutta la stanza, facendosi spazio e oggetto

Tutto ha inizio con passione

Qiu Laoshi ci accoglie con un timido sorriso, rivelatore della sua riservatezza e modestia. È nato a Banna, dove crescono i nostri alberi da tè, ed è forse per questo che abbiamo avvertito con lui un'immediata connessione, una sensazione familiare e indefinita di commozione e sollievo, come se avessimo incontrato qualcuno che parla la nostra lingua e riesce finalmente a comprenderci, dopo aver vagato a lungo e senza speranza per terre straniere e sconosciute.
Abbiamo incontrato Qiu Laoshi per la prima volta nel 2016, quando già aveva maturato 9 anni di esperienza nel campo della ceramica. Non proveniva da una famiglia da cui potesse ereditare terre né tantomeno conoscenze tecniche: solo la sua passione lo ha spinto ad affondare le mani nell'argilla bagnata, e a darle vita. Il suo percorso professionale iniziato con l'insegnamento della pittura come professore universitario, lo ha portato verso un'arte che fosse in grado preservare l'eredità locale del villaggio in cui è cresciuto, e i suoi antenati. Alle persone che gli chiedono se dipinge ancora, risponde, con il suo caratteristico sorriso umile: “Padroneggiare un'arte è un compito già molto difficile, per poter concedere alla mente di focalizzarsi su un'altra arte complessa”. 

Interview with Dai teaware artist Qiu Laoshi
Vivian Zhang, fondatrice di Eastern Leaves e maestra della Eastern Tea Academy, discute con Qiu Laoshi bevendo tè in una gaiwan Dai di sua creazione

L'autorità del fuoco

La ceramica Dai è un artigianato antico che può essere fatto risalire a un migliaio di anni fa, ma fino ad ora solo un gruppo ristretto di artisti è in grado di padroneggiarlo, persino all'interno dei confini della Cina. Tuttavia, la sua preziosità e rarità gli hanno valso protezione come patrimonio nazionale. Al pari di ogni arte, nasce da un bisogno primordiale: prima ancora di essere un prezioso oggetto artistico, la ceramica Dai era utilizzata per realizzare oggetti di uso quotidiano, o per offerte e funzioni liturgiche. Qiu Laoshi ha mantenuto e migliorato sia la parte estetica che la parte funzionale: in passato, la ceramica era cotta a temperature relativamente basse (600-900°C), che risultavano in una maggiore fragilità dei materiali, conseguentemente esposti a rottura. Inoltre, l'assenza di smalto portava all'assorbimento da parte dell'argilla del sapore e dell'odore del cibo che toccava. Le alte temperature (fino a 1380°C) spargono una pioggia di ceneri sull'argilla, donando effetti sempre diversi in base alla disposizione dei residui di cenere sulle opere. Ciononostante, tutto questo lavoro minuzioso e l'attenta selezione di materiali potrebbero vanificarsi in un istante: il giudice supremo non è mai l'essere umano, ma il forno, che ha sempre l'ultima parola sul destino dei pezzi che prospereranno e mostreranno i loro splendidi colori, e quelli che verranno distrutti. Il forno è quindi trattato come una divinità e, in quanto tale, riceve piccole offerte - e l'artista vi posiziona incima persino una statuetta di elefante, un animale sacro nella cultura Dai, per propiziare la benevolenza delle sue fiamme. Il forno a legna di Qiu Laoshi può contenere contemporaneamente circa 200 piccole tazze, che verranno cotte per 30 ore, spesso per due volte, e in alcuni casi per 2 o 3 giorni. Il fuoco non va mai lasciato solo: come una vestale che tiene alte le fiamme di un tempio, un occhio attento veglia sempre sui forni accesi nello studio di Qiu Laoshi, e la loro apertura finale è una celebrazione di gioia e stupore.

Qiu Laoshi Dai teaware artist studio
Il fuoco è compagno costante di Qiu Laoshi: nutre la creatività dell'artista, il quale in cambio alimenta le sue fiamme.

Sul valore degli scarti  

In tempi antichi, quando questi oggetti venivano realizzati per semplici esigenze ordinarie, qualsiasi terra e sabbia locali erano adatte, ma per Qiu Laoshi non è così: ogni terra utilizzata per le sue creazioni è accuratamente selezionata tra le aree più famose e rinomate per la produzione di tè pu'er; Yiwu, Nannuo, Mengsong, Bulang, sono solo alcuni degli esempi che si possono ritrovare nella sua arte. Particolare attenzione è prestata anche alla sabbia: Qiu Laoshi unisce sempre la sua argilla a sabbia proveniente dal fiume Mekong, altrimenti conosciuto come fiume Lancang, che scorre attraverso tutto lo Yunnan dividendo le storiche montagne di tè di Xishuangbanna in antiche e nuove montagne. Si tratta inoltre di uno dei principali corsi d'acqua che hanno contribuito a diffondere i semi di tè dello Yunnan nell'Asia meridionale. Ma persino lo stesso fiume non offre sempre la stessa sabbia: l'enorme vastità del Mekong rivela diverse concentrazioni di sabbie di molteplici colori e spessori lungo le sue rive. Qiu Laoshi fu profondamente attratto da questa diversità così caratteristica dello Yunnan, e dalle piante, terre, animali locali (pavoni ed elefanti, due animali venerati nello Yunnan, sono spesso parte delle sue creazioni), e decise di farne musa e materia prima delle sue creazioni. Ognuna delle sue opere non è solo realizzata con terre di montagne locali, ma è anche smaltata con ceneri di erbe e piante autoctone, gusci di noci, alberi da tè, e - ancor più sorprendentemente - feci di elefanti. Queste ultime sono già  utilizzate in altri paesi asiatici come Laos e Tailandia, principalmente nel processo di creazione della carta. I tentativi pionieristici di Qiu Laoshi di applicare questa tecnica agli strumenti da tè, lo hanno portato a testare personalmente la concentrazione di ceneri ideale, e la migliore qualità delle feci. Tutti i materiali sono verificati e provengono da fonti locali: l'artista collabora con un santuario per elefanti per raccogliere la giusta quantità e qualità di feci di cui ha bisogno, e le seleziona con la massima cura, proprio come fa con tutti i suoi materiali. Qiu Laoshi utilizza anche caolino proveniente da rari siti di Mengsong, al posto dell'originale e più celebre Gāolǐngtǔ 高岭土 da Jingdezhen. Come se cercasse la stessa complessità e vicinanza di materiali, Qiu Laoshi confessa che il suo tè preferito è il Pu’er, ed apprezza maggiormente i tè dello Yunnan come il rosso Dianhong.

una tazza creata da Qiu Laoshi, smaltata con ceneri di feci di elefante

Ridefinire la perfezione

Scegliere uno specifico materiale per la smaltatura non significa solamente rendere omaggio alla foresta, ma anche proteggerla: Qiu Laoshi utilizza spesso gli alberi della gomma come cenere per le sue creazioni; questo tipo di piante a coltivazione intensiva stanno distruggendo velocemente le piante endemiche di Xishuangbanna. La scelta dei materiali, la percentuale di ceneri e argilla, la stagione, il forno, sono tutti fattori che influenzeranno il risultato finale del processo creativo. Alberi morti, rami recisi, e feci di elefanti, comunemente considerati materiali di scarto, sono un vero tesoro per Qiu Laoshi, il quale li sceglie accuratamente per comprendere quale di essi darà il miglior risultato all'argilla. Ecco che un nuovo concetto di perfezione prende forma: l'opera finale non è mai perfetta per i suoi angoli impeccabili, per lo smalto inscalfibile, o per i suoi colori lucenti. La perfezione è da ritrovarsi nell'armonia immateriale della natura tramutata in oggetto, nella proporzione bilanciata di argilla e smalto, temperatura e tempo, abilità del maestro e casualità fortuite.


un'altra creazione di Qiu Laoshi, decorata applicando uno strato più spesso di smalto, che si creperà naturalmente nel corso del tempo e dopo ripetuti utilizzi, cambiando negli anni le sue sembianzede

La via del tè e della creta, secondo Qiu Laoshi

Di conseguenza, l'artista non è solo maestro nel gestire i cambiamenti di forma dell'argilla e il suo indurimento all'interno del forno, ma è anche profondo conoscitore degli elementi naturali che lo circondano. Così come noi ci impegniamo a fare con il tè, egli trae la sua materia dalla natura, e ad essa deve cura e protezione. Persino la terra della stessa montagna darà colorazioni differenti a seconda del tipo e della quantità di sabbia a cui verrà congiunta. A differenza di un artista di yixing, la cui perfezione estrema lo porta ad impiegare mesi o persino anni a completare una serie di creazioni impeccabili, il lavoro di Qiu Laoshi è una tempesta di idee, forme, e colori, che portano costante nutrimento all'arte e alla cultura del luogo.

Alla domanda sul suo colore preferito nella ceramica, risponde semplicemente: “Il colore della natura: se gli oggetti sono appoggiati sul suolo e si mescolano nel paesaggio senza contrastare con esso, significa che hanno mantenuto la loro origine naturale. Ogni manipolazione chimica o in altro modo artificiale dell'argilla che non è opera della mano dell'artista o del volere del forno, è semplicemente non necessaria. Le ceneri daranno la copertura e la brillantezza necessaria alle ceramiche, assicurando al contempo la sicurezza scientificamente testata per la salute dell'artista che tocca con mano la ceramica, e per la persona che la utilizzerà". "La ceramica riflette il cuore di chi la realizza" - spiega - "se i materiali non sono sicuri, anche la più piccola crepa nella tazza può ferire il cuore di chi beve da essa”. Utilizzando solo materiali naturali e verificati, non c'è nemmeno bisogno di preoccuparsi degli scarti: come per manifestare la potenza universale del cerchio della vita, tutte le creazioni di Qiu Laoshi provengono dalla natura, e alla natura ritorneranno, una volta smaltite.
Alla fine del nostro incontro, l'artista si ritiene soddisfatto per come il suo lavoro sta evolvendo, ma la sua missione è tutt'altro che conclusa. Continuerà a ricercare i materiali e testare i forni, sfidando i suoi limiti e migliorando la sua tecnica e il suo design, finché non avrà raggiunto la sua naturale, semplice, armoniosa, e rurale idea di perfezione.

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